Buongiorno Lucani, buongiorno Italiani,
è ancora viva,
vivissima, la rutilante serata di Capodanno che ha consacrato
all'Italia ed al mondo intero la città di Matera come l'emblema di
un Mezzogiorno culla della civiltà greco-romana che si candida a
diventare punto di riferimento di uno sviluppo troppo a lungo e
vanamente atteso.
Stemma della città di Matera |
É proprio
l'atteggiamento di attesa che ha impedito al Mezzogiorno di
svilupparsi o, a dirla tutta e dritta, a riprendere lo sviluppo
avviato ai tempi dei Borboni e azzerato dall'Unità d'Italia gestita
dai Piemontesi.
Il Mezzogiorno ha gli
uomini, la storia ed i mezzi per avviare una nuova storia di sviluppo
e progresso e Matera, per riconoscimento unanime, si candida ad
esserne la capitale culturale, il punto di convergenza naturale,
geografico e storico tra Campania, Puglia e Calabria ed il terminale
ideale di riferimento per Sicilia e Sardegna.
Le enormi risorse della
Lucania costituiscono la base economica per uno sviluppo sostenibile
ed autopropulsivo ma occorre un cambio di passo delle persone, del
popolo Lucano e meridionale in generale.
È finito il tempo degli
elemosinanti, come è finito quello delle deleghe a politici vassalli
che barattano qualche privilegio personale con il bene comune e gli
interessi del popolo, comportandosi come servi obbedienti dei
“poteri” forti, dei potentati economici e degli sfruttatori che
hanno agio di sfruttare il Mezzogiorno prelevando le materie prime di
pregio e scaricando veleni e lavorazioni inquinanti.
È finito il tempo
dell'attesa col cappello in mano e della partenza dei giovani
migliori verso terre lontane e estranee (che ne apprezzano cultura,
capacità ed abnegazione).
Torniamo ad essere
artefici e protagonisti delle nostre vite e della nostra storia.
Torniamo ad essere la culla della civiltà, del progresso e dello
sviluppo.
Partiamo da quanto il
mondo ci riconosce già, partiamo da Matera che può rappresentare la
Capitale del Mezzogiorno e, da subito, il capoluogo della Lucania.
Ripristiniamo il nome
originario della regione: “Lucania”! Così che si possa tornare
ad avere coscienza di appartenere ad un “popolo”, i Lucani
appunto; giacché i Basilicatesi non esistono!
E modifichiamo lo stemma
della Città di Matera, basta con il “bue stanco che posò il piede
pesantemente” sul terreno. Ripartiamo da un “toro veemente,
pronto alla lotta”.
Non è una proposta
divisiva, non si intende limitare nessuno o scalzare alcuno.
Chiamiamo tutti all'unità ed alla coscienza di dover costruire un
futuro per i nostri figli e per la nostra terra: opera che nessuno
potrà (o vorrà) compiere per nostro conto.
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