domenica 21 dicembre 2014

Quello che l'ANM non può ignorare. Quello che Renzi non deve eludere. Quello che i Lucani possono meritare

Lucania: triste, indolente y final (2.0)

Verrebbe da abbandonarla questa Lucania.
Questi Lucani pigri, indolenti, accattoni, infingardi, schiavi di un qualche privilegio, foss'anche quello di anticipare una visita specialistica di quindici giorni e, per quello, pronti a sostenere una classe politica inetta, pigra, indolente, infingarda, tenutaria di quel potere che le consente un accesso al denaro facile, senza lavoro, senza controllo, senza ritegno.

Verrebbe da lasciare questa terra scuotendo la polvere dai sandali, se non avessimo qui affetti, storia e cuore.

La retorica della gente umile, lavoratrice e onesta, continua stancamente a mulinare nell'aria immobile dei contadini che seminavano a novembre per raccogliere a giugno ed hanno sostituito questa (già lenta) pratica con il set-a-side: non seminano nemmeno e, a giugno, raccolgono l'elemosina dell'Europa che li trasforma da contadini pigri in accattoni nullafacenti.

I borghesi, poi, quelli che qualche lume d'intelletto dovrebbero averlo, si guardano bene dall'azzardare la formulazione d'idee o progetti, una qualche attività illuminata e costruttiva del domani.

Emergono solo i più pigri, i più indolenti, i più infingardi, i più inetti; coloro che aggiungono a tali eccellenze la destrezza e la furbizia.

Questi sono la classe dirigente, coloro che dirigono la nave Lucana negli sprofondi di ogni classifica di merito e sulla cresta di tutte le elencazioni di disvalore sociale, economico e culturale.

É accertato che il vertice della Procura Generale presso la Corte d'Appello di Potenza, Vincenzo Tufano, Modestino Roca, Gaetano Bonomi (ed una imprecisabile schiera di funzionari apicali delle forze dell'ordine) meritano il rinvio a giudizio: associazione per delinquere finalizzata alla costituzione di una setta segreta. Fatti acclarati mentre erano seduti sugli scranni più alti del potere giudiziario Lucano e perseguiti solo dopo anni di ritardi ed una archiviazione vergognosa! Hanno consentito che restassero in servizio sino alla pensione e ben oltre il termine statuito del mandato ricevuto.

É acclarato che ad un Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Matera, Annunziata Cazzetta, venne consentito per anni di occuparsi (quasi in regime di monopolio) di decine di procedimenti penali a carico di un giornalista, dopo averlo ripetutamente querelato. Salvo poi condannare la sventurata alla censura mitigata dall'attenuante (falsa) di aver tenuto un solo procedimento! Condanna annullata dalla Cassazione perché l'azione disciplinare era stata esercitata in ritardo, proprio così. Il CSM ci aveva messo sei anni per verificare un abuso che era documentalmente provato.
E Annunziata Cazzetta continua a restare a Matera, monito per quanti volessero illudersi che ai magistrati infedeli possa capitare un qualche dispiacere.

É proprio vero che un politico di alto profilo, Bubbico Filippo (architetto), intascava il 75% delle progettazioni finanziate da fondi europei per la realizzazione di impianti di gelsibachicoltura (anche questi finanziati per miliardi di lire) presso le aziende agricole di suo padre, di suo suocero e di altri cittadini italiani che non hanno prodotto un solo filo di seta.

É emerso dagli atti giudiziari che il Procuratore Capo presso la Procura della Repubblica di Matera, Celestina Gravina, ha nascosto una querela per calunnia contro Emilio Nicola Buccico infilandola in un procedimento penale che era già avviato all'archiviazione ben prima che la querela fosse depositata e, non contenta, ha trasmesso l'opposizione a quella stessa archiviazione solo dopo che il giudice aveva assunto la decisione di archiviare. Un episodio di favoreggiamento spudorato e gravissimo che da oltre un anno giace inerte presso la Procura della Repubblica di Catanzaro. Stessa sorte e stessa Procura dove eluse e insabbiate sono state le relazioni della Guardia di Finanza di Matera e Catanzaro che esplicitamente individuavano violazioni del codice penale a carico dei magistrati di Matera e Potenza.

Sono agli atti del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2003, le dichiarazioni virgolettate del Ministro Altero Matteoli e del Sottosegretario Gianni Letta, in cui Filippo Bubbico viene indicato come consenziente (ma non entusiasta) della scelta di ubicare a Scanzano il Deposito Unico delle scorie nucleari Italiane. Bubbico, in difesa del suo onore violato, ha querelato il Ministro Carlo Amedeo Giovanardi ed i giornalisti che quel verbale resero pubblico. Come se avesse un onorabilità da difendere uno che strozza l'agronomo pretendendo un pizzo del 75% sul fatturato!
Ma in Italia, questi signori sono apprezzati, altro che "Mafia Capitale", questi li fanno vice-ministri agli interni, così che possano industriarsi con dovizia di mezzi nell'affinamento delle qualità già mostrate. Per Giovanardi immediata archiviazione, i giornalisti condannati con una sentenza che contraddice il diritto e distorce la verità (per cui pende appello). Si tratta dell'unica caso noto in letteratura in cui pubblicare notizie riportate in un verbale del Consiglio dei Ministri e mai smentite o impugnate è considerata condotta diffamatoria (nel silenzio dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti appena mitigato dalla personale presa di posizione del Presidente Enzo Iacopino)

É sotto gli occhi di tutti il villaggio “Marinagri”, finanziato con decine di milioni di euro di soldi pubblici e costruito nell'alveo di piena del fiume Agri. Occorre aggiungere spiegazioni o commenti?

È in arrivo un nuovo quartiere nella città di Matera, oltre trenta ettari con altre decine di milioni di euro pubblici di cui la città non ha affatto bisogno. Il presidente della Corte d'Appello di Potenza, Vincenzo Autera, ha consistenti e legittimi interessi personali nella società titolare dei terreni e dei finanziamenti pubblici che l'operazione ha conseguito. I suoi interessi super legittimi li ha sempre saputi tutelare dentro e fuori dalla Massoneria (di cui la Procura di Matera è convinta faccia parte).
Quello stesso magistrato che, mentre era indagato per associazione mafiosa (procedimento successivamente archiviato), venne promosso al massimo grado della Corte d'Appello per la dimenticanza delle Procure di Firenze, Salerno e Catanzaro di comunicare quella gravissima iscrizione alla Procura presso la Suprema Corte di Cassazione ed al Consiglio Superiore della Magistratura.
Tutti atti e fatti che il Dr. Rodolfo Sabelli, Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, dovrebbe ben considerare prima di chiedere ancora Leggi e regole che i Magistrati, non tutti e non sempre (ma spesso quelli in posizioni apicali), fanno finta di non conoscere se non proprio calpestano sfrontatamente!

É stato reso formalmente noto alle Procure della Repubblica di Potenza e Napoli, che dal più grande giacimento petrolifero dell'Europa continentale, sotto il suolo Lucano, insieme col petrolio, vengono estratte decine di migliaia di tonnellate di “gas-stream” di cui non si conosce il destino e che, con ragionevole certezza, vengono “bruciate in torcia”. Per questa stessa pratica, in Nigeria scoppiò una rivolta della popolazione dopo le decine di casi di intossicazione ed alcune morti sospette (molto sospette).
Ma nella terra dei misteri, non esiste nemmeno il contatore che misura le quantità di greggio estratto e queste domande non meritano risposta.
Anzi, persino quella tenue e mal esercitata autorità regionale sullo sfruttamento del sottosuolo viene spazzata via senza che il Governatore Marcello Pittella e tutta la pletora di politici locali (Filippo Bubbico e Vito De Filippo, componenti autorevoli del governo, in testa) abbia compiuto alcun significativo atto di opposizione alla Legge di Stabilità.

Migliaia di giovani hanno scelto di abbandonare questa terra e, i genitori coscienziosi, è questo che consigliano ai propri figli: partire per non tornare.

Allora bisogna chiedersi se vale ancora la pena di restare, se vale la pena di scrivere quando tanti tacciono o, peggio, prestano la penna al valvassore di turno che gli lancerà un tozzo di pane (e nemmeno tanto grande!) per sopravvivere.
Definire una vittoria di Pittella (Marcello) quello che è accaduto nelle trattative per mitigare lo strapotere dello Stato sulla vita dei Lucani, è il massimo esempio di chi ha venduto l'anima, altro che penna, onore o dignità.

Bisogna perciò chiedersi se vale la pena barattare una bolla di serenità personale dentro la tempesta calma di una società in agonia.

Oppure chiamare a raccolta i buoni, coloro che hanno ancora dignità e voglia di costruire il nuovo cominciando dal ricostruire i rapporti tra la gente orientati al bene comune, al bene per tutti. 

Coloro che non hanno ancora perso la speranza che i figli di questa terra e di questa cultura millenaria possano tornare e ricostruire dove tanti hanno depredato, distrutto e cancellato.

Una prima occasione, quella più immediata, è l'imminente elezione del nuovo sindaco di Matera.

Le macchine sono già in moto e le strategie in atto. Aspettare in disparte che i soliti noti distribuiscano le carte e decidano chi correrà e con quale “squadra” è una possibile scelta. Corrisponde a mettere il cervello in “set a side”, ma per questa pratica non è previsto alcun contributo!

Filippo de Lubac

venerdì 10 ottobre 2014

La riforma della Giustizia in una mossa: arrestare Luigi De Magistris

Quando pubblicai il post linkato in basso (24/12/2009) molte vicende giudiziarie relative alle cosiddette "Toghe Lucane" e, più in generale, alle inchieste condotte da Luigi De Magistris non erano definite.
 
Alcune non sono tali nemmeno oggi.

Tuttavia, come si potrà verificare facilmente, il problema di credibilità del sistema giudiziario Italiano era già molto ben definito e, con esso, le responsabilità di coloro che in prima battuta ne sono i diretti gestori/responsabili.

Oggi si fa un gran parlare e indignarsi e pontificare sulla condanna (in primo grado) inflitta a Luigi de Magistris e Gioacchino Genchi che, di quelle inchieste si occuparono.

Importanti testate giornalistiche nazionali dedicano pagine e attenzione alle responsabilità (più presunte che reali) più varie che graverebbero sull'operato di Luigi de Magistris.
Fior di magistrati, politici e opinion leader si stracciano le vesti per il Sindaco che, esercitando il diritto di critica, si ribella alla condanna attribuendo qualifiche poco onorevoli ai magistrati che l'hanno pronunciata e (sbagliando) non si allinea al dettato della Legge che lo vuole ineleggibile e incompatibile con la carica amministrativa ricoperta.

Dove erano, questi signori, quando venne costruito un intero villaggio nella foce di un fiume (operazione assolutamente impossibile, secondo le norme in vigore nella teorica Repubblica Italiana - in pratica è una oligarchia dove pochi fanno ciò che vogliono e la Legge è soggetta alle opinioni piuttosto che all'applicazione), finanziato abbondantemente con fondi pubblici dove si possono acquistare (dal proprietario privato) superville da milioni di euro con posto barca e attracco dal giardinetto antistante l'ingresso costruite con decine di milioni di euro di fondi pubblici?

Dov'erano, questi signori, quando i magistrati di Catanzaro che subirono la perquisizione ed il sequestro di quintali di documenti perché indagati in un procedimento penale che oggi è processo, operarono il "controsequestro", cioè abusarono della toga che indossavano per sottrarre ipotetiche prove dei reati a loro carico?
Dove erano, questi signori, quando l'intera Procura di Matera (magistrati indagati nel procedimento Toghe Lucane da Luigi De Magistris) intercettava le telefonate tra Luigi De Magistris ed un capitano dei Carabinieri da questi delegato a svolgere le indagini sui magistrati che intercettavano, autorizzavano e gestivano quelle intercettazioni?

Dove erano, questi signori, quando il PM Vincenzo Capomolla, subentrato a Luigi De Magistris, distrusse (è un reato penale) gli atti dell'indagine "Toghe Lucane" disaggregando i faldoni (consolidati dall'atto di chiusura delle indagini firmato da Luigi De Magistris - ex art. 415 bis C.P.P.) e riaggregandoli a suo piacimento in forma, modi e costituzione diversa e non più confrontabile con gli originali?

Dov'erano, questi signori, quando scomparvero anche le copie dei faldoni originari che erano parte del procedimento penale che vede (oggi) i magistrati Catanzaresi alla sbarra?

Dov'erano, questi signori, quando in decine di procedimenti predisciplinari, la Procura Generale della Cassazione fece finta di non vedere gli abusi e le responsabilità dei magistrati di Basilicata e nulla pose in essere per limitarne gli abusi ed i reati?

Erano esattamente dove sono oggi, negli stessi posti di vertice delle Procure, del Ministero, della Procura Generale della Cassazione, delle testate giornalistiche. Magari con qualche piccolo spostamento sempre nella stessa "area". Sempre con la stessa, se non superiore, funzione.
 
Giornalisti, avvocati, magistrati ed anche il vertice dei vertici. Tutti ancora lì, piantati e inamovibili. 
E:
1) mentre si celebrano i processi ai magistrati che sottrassero illegittimamente (violando la Legge, sostiene la Procura di Salerno) la titolarità di quei procedimenti (Poseidone e Why Not) a Luigi De Magistris per autoaffidarseli e condurli all'annichilimento;

2) mentre si celebrano i processi alle "Toghe Lucane" che dopo l'operazione "Capomolla" comunque sono finiti sotto processo in seguito ad una riapertura dell'inchiesta (che tanto inconsistente non era!);

3) mentre il Presidente Napolitano ottiene che vengano distrutti i nastri delle telefonate ricevute da un indagato (oggi imputato), sottraendo alla storia - prim'ancora che alla giustizia, elementi di conoscenza e certezza circa episodi delicatissimi della vita repubblicana;

4) Mentre il Presidente Napolitano ottiene di rendere testimonianza in un processo restando al Quirinale, privilegio a lui solo riservato (dalle norme Costituzionali) su quasi 60 milioni di Italiani;

5) Mentre agli imputati si nega il diritto alla difesa consistente nell'assistere personalmente a tutte le fasi (compresa la deposizione di Napolitano) del processo a loro carico ("privilegio" esclusivamente loro riservato, su quasi 60 milioni di Italiani, che comporterà la nullità del processo - sempre per le norme Costituzionali);

Mentre accade tutto questo, l'unico responsabile del disastro sarebbe Luigi De Magistris? 
Ebbene, arrestatelo, e L'Italia sarà salva!

p.s. Sconcerta il silenzio degli intellettuali ed in particolare dei cultori del Diritto nelle Università Italiane: cosa insegnate ai futuri avvocati, giuristi e politici dell'Italia di domani?