Lucania: triste, indolente y final
(2.0)
Verrebbe da abbandonarla questa
Lucania.
Questi Lucani pigri, indolenti, accattoni, infingardi,
schiavi di un qualche privilegio, foss'anche quello di anticipare una
visita specialistica di quindici giorni e, per quello, pronti a
sostenere una classe politica inetta, pigra, indolente, infingarda,
tenutaria di quel potere che le consente un accesso al denaro facile,
senza lavoro, senza controllo, senza ritegno.
Verrebbe da lasciare questa terra
scuotendo la polvere dai sandali, se non avessimo qui affetti, storia
e cuore.
La retorica della gente umile, lavoratrice e onesta,
continua stancamente a mulinare nell'aria immobile dei contadini che
seminavano a novembre per raccogliere a giugno ed hanno sostituito
questa (già lenta) pratica con il set-a-side: non seminano nemmeno
e, a giugno, raccolgono l'elemosina dell'Europa che li trasforma da
contadini pigri in accattoni nullafacenti.
I borghesi, poi, quelli che qualche
lume d'intelletto dovrebbero averlo, si guardano bene dall'azzardare
la formulazione d'idee o progetti, una qualche attività illuminata e
costruttiva del domani.
Emergono solo i più pigri, i più
indolenti, i più infingardi, i più inetti; coloro che aggiungono a
tali eccellenze la destrezza e la furbizia.
Questi sono la classe dirigente, coloro
che dirigono la nave Lucana negli sprofondi di ogni classifica di
merito e sulla cresta di tutte le elencazioni di disvalore sociale,
economico e culturale.
É accertato che il vertice della
Procura Generale presso la Corte d'Appello di Potenza, Vincenzo
Tufano, Modestino Roca, Gaetano Bonomi (ed una imprecisabile schiera
di funzionari apicali delle forze dell'ordine) meritano il rinvio a giudizio: associazione per delinquere finalizzata alla
costituzione di una setta segreta. Fatti acclarati mentre erano
seduti sugli scranni più alti del potere giudiziario Lucano e
perseguiti solo dopo anni di ritardi ed una archiviazione vergognosa! Hanno consentito che restassero in servizio sino alla pensione e ben oltre il termine statuito del mandato ricevuto.
É acclarato che ad un Sostituto
Procuratore presso la Procura della Repubblica di Matera, Annunziata
Cazzetta, venne consentito per anni di occuparsi (quasi in regime di
monopolio) di decine di procedimenti penali a carico di un
giornalista, dopo averlo ripetutamente querelato. Salvo poi condannare
la sventurata alla censura mitigata dall'attenuante (falsa) di aver
tenuto un solo procedimento! Condanna annullata dalla Cassazione
perché l'azione disciplinare era stata esercitata in ritardo,
proprio così. Il CSM ci aveva messo sei anni per verificare un abuso
che era documentalmente provato.
E Annunziata Cazzetta continua a
restare a Matera, monito per quanti volessero illudersi che ai
magistrati infedeli possa capitare un qualche dispiacere.
É proprio vero che un politico di alto
profilo, Bubbico Filippo (architetto), intascava il 75% delle
progettazioni finanziate da fondi europei per la realizzazione di
impianti di gelsibachicoltura (anche questi finanziati per miliardi
di lire) presso le aziende agricole di suo padre, di suo suocero e di
altri cittadini italiani che non hanno prodotto un solo filo di seta.
É emerso dagli atti giudiziari che il
Procuratore Capo presso la Procura della Repubblica di Matera,
Celestina Gravina, ha nascosto una querela per calunnia contro Emilio
Nicola Buccico infilandola in un procedimento penale che era già
avviato all'archiviazione ben prima che la querela fosse depositata e, non contenta, ha trasmesso l'opposizione a quella stessa
archiviazione solo dopo che il giudice aveva assunto la decisione di
archiviare. Un episodio di favoreggiamento spudorato e gravissimo che
da oltre un anno giace inerte presso la Procura della Repubblica di
Catanzaro. Stessa sorte e stessa Procura dove eluse e insabbiate sono
state le relazioni della Guardia di Finanza di Matera e Catanzaro che
esplicitamente individuavano violazioni del codice penale a carico
dei magistrati di Matera e Potenza.
Sono agli atti del Consiglio dei
Ministri del 13 novembre 2003, le dichiarazioni virgolettate del
Ministro Altero Matteoli e del Sottosegretario Gianni Letta, in cui
Filippo Bubbico viene indicato come consenziente (ma non entusiasta)
della scelta di ubicare a Scanzano il Deposito Unico delle scorie
nucleari Italiane. Bubbico, in difesa del suo onore violato, ha
querelato il Ministro Carlo Amedeo Giovanardi ed i giornalisti che
quel verbale resero pubblico. Come se avesse un onorabilità da
difendere uno che strozza l'agronomo pretendendo un pizzo del
75% sul fatturato!
Ma in Italia, questi signori sono apprezzati, altro che "Mafia Capitale", questi li fanno
vice-ministri agli interni, così che possano industriarsi con
dovizia di mezzi nell'affinamento delle qualità già mostrate. Per
Giovanardi immediata archiviazione, i giornalisti condannati con una
sentenza che contraddice il diritto e distorce la verità (per cui
pende appello). Si tratta dell'unica caso noto in letteratura in cui pubblicare notizie riportate in un verbale del Consiglio dei Ministri e mai smentite o impugnate è considerata condotta diffamatoria (nel silenzio dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti appena mitigato dalla personale presa di posizione del Presidente Enzo Iacopino)
É sotto gli occhi di tutti il
villaggio “Marinagri”, finanziato con decine di milioni di euro
di soldi pubblici e costruito nell'alveo di piena del fiume Agri.
Occorre aggiungere spiegazioni o commenti?
È in arrivo un nuovo quartiere nella
città di Matera, oltre trenta ettari con altre decine di milioni di
euro pubblici di cui la città non ha affatto bisogno. Il
presidente della Corte d'Appello di Potenza, Vincenzo Autera, ha consistenti e legittimi interessi personali nella società titolare dei terreni e dei finanziamenti pubblici che l'operazione ha conseguito. I suoi interessi super legittimi li ha sempre saputi tutelare dentro e fuori dalla
Massoneria (di cui la Procura di Matera è convinta faccia parte).
Quello stesso magistrato che, mentre era indagato per associazione mafiosa
(procedimento successivamente archiviato), venne promosso al massimo
grado della Corte d'Appello per la dimenticanza delle Procure di
Firenze, Salerno e Catanzaro di comunicare quella gravissima
iscrizione alla Procura presso la Suprema Corte di Cassazione ed al
Consiglio Superiore della Magistratura.
Tutti atti e fatti che il Dr.
Rodolfo Sabelli, Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati,
dovrebbe ben considerare prima di chiedere ancora Leggi e regole che
i Magistrati, non tutti e non sempre (ma spesso quelli in posizioni
apicali), fanno finta di non conoscere se non proprio calpestano
sfrontatamente!
É stato reso formalmente noto alle
Procure della Repubblica di Potenza e Napoli, che dal più grande
giacimento petrolifero dell'Europa continentale, sotto il suolo
Lucano, insieme col petrolio, vengono estratte decine di migliaia di
tonnellate di “gas-stream” di cui non si conosce il destino e
che, con ragionevole certezza, vengono “bruciate in torcia”. Per questa
stessa pratica, in Nigeria scoppiò una rivolta della popolazione
dopo le decine di casi di intossicazione ed alcune morti sospette
(molto sospette).
Ma nella terra dei misteri, non esiste
nemmeno il contatore che misura le quantità di greggio estratto e
queste domande non meritano risposta.
Anzi, persino
quella tenue e mal esercitata autorità regionale sullo sfruttamento
del sottosuolo viene spazzata via senza che il Governatore Marcello
Pittella e tutta la pletora di politici locali (Filippo Bubbico e
Vito De Filippo, componenti autorevoli del governo, in testa) abbia compiuto alcun
significativo atto di opposizione alla Legge di Stabilità.
Migliaia di giovani hanno scelto di
abbandonare questa terra e, i genitori coscienziosi, è questo che
consigliano ai propri figli: partire per non tornare.
Allora bisogna chiedersi se vale ancora
la pena di restare, se vale la pena di scrivere quando tanti tacciono
o, peggio, prestano la penna al valvassore di turno che gli lancerà
un tozzo di pane (e nemmeno tanto grande!) per sopravvivere.
Definire
una vittoria di Pittella (Marcello) quello che è accaduto nelle
trattative per mitigare lo strapotere dello Stato sulla vita dei
Lucani, è il massimo esempio di chi ha venduto l'anima, altro che penna,
onore o dignità.
Bisogna perciò chiedersi se vale la
pena barattare una bolla di serenità personale dentro la tempesta
calma di una società in agonia.
Oppure chiamare a raccolta i buoni,
coloro che hanno ancora dignità e voglia di costruire il nuovo
cominciando dal ricostruire i rapporti tra la gente orientati al bene
comune, al bene per tutti.
Coloro che non hanno ancora perso la
speranza che i figli di questa terra e di questa cultura millenaria
possano tornare e ricostruire dove tanti hanno depredato, distrutto e
cancellato.
Una prima occasione, quella più
immediata, è l'imminente elezione del nuovo sindaco di Matera.
Le
macchine sono già in moto e le strategie in atto. Aspettare in
disparte che i soliti noti distribuiscano le carte e decidano chi
correrà e con quale “squadra” è una possibile scelta. Corrisponde a mettere
il cervello in “set a side”, ma per questa pratica non è
previsto alcun contributo!
Filippo
de Lubac
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